Storie di passi #4

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È sabato.

Il giorno “pien di speme e di gioia” ed io lo onoro andando in escursione.

Concedendomi, per l’ultima volta prima di rientrare in zona arancione, una fuga nella natura, una boccata d’ossigeno e una vista di alberi e paesaggi sconfinati, prima che i miei occhi possano circondarsi, di nuovo, solo di angoli spigolosi di palazzi di cemento.

zona arancione/marroncina

È sabato ed io lo onoro con la mia presenza: di anima e corpo in ciò che sto facendo. Per tutto il resto ci sarà tempo.

Con il gruppo di Itinarrando stavolta saliamo sopra Sora, per raggiungere Pozzo e Rifugio Faito.

Tra un castagneto e una faggeta, la vista si perde dinanzi alla valle che si apre, vasta e profonda, ai nostri piedi.

Il nostro incedere è sicuro, e nonostante ci siano cacciatori alla ricerca di cinghiali, raggiungiamo pozzo Faito deliziandoci con le storie dei briganti che hanno popolato le montagne.

Un gruppo misto, uomini, donne e cani che camminano sulle tracce di uomini che in passato hanno segnato la storia di quei luoghi.

Briganti che incutevano timore, che razziavano, che si ribellavano, che violentavano, briganti che vivevano la loro vita secondo il proprio ordine, con le regole del proprio sentire.

Briganti che spadroneggiavano tra le montagne, di cui le donne avevano timore.

Attraversiamo la strada che, in passato, ha ospitato donne che scappavano dalle proprie famiglie, o dai propri mariti, per rifugiarsi tra le montagne, dove venivano prese dai briganti, ed è terribilmente affascinante pensare che quei passi che noi facciamo con tanta sicurezza, sono gli stessi che, qualcuno, in passato, compiva pieno di terrore, di ansia, di paura per sé e per il proprio destino.

Percorrere un sentiero che è stato già vissuto da altri, e che ne trattiene tutte le emozioni, lasciandole trapelare quando le storie vengono liberate, vengono raccontate con entusiasmo e qualcuno, con tanta attenzione, le ascolta e le vive sulla propria pelle.

Raggiungiamo Pozzo Faito, terra di confine tra il Regno delle due Sicilie e lo Stato della Chiesa, i cui stemmi sono ben visibili sul cippo di pietra che sanciva la linea di demarcazione di una terra unitaria, ma di una politica divisoria, che si chiedeva: “Chi deve uccidere questo brigante? – A chi spettano i tributi di queste persone?”

L’acqua del pozzo è ghiacciata, e noi osserviamo la terra di cui si narrano e si sovrappongono le leggende di Giove atratino e del re pastore.

Un Giove più oscuro, il cui nome è tramandato in tante forme diverse, un dio che regnava sulla foresta, in grado di deciderne il tempo, e da cui dipendeva quindi la vita delle persone che lì vivevano e lo adoravano.

Come il re pastore, seduto sul suo seggio di pietra, che decideva quali animali potevano abbeverarsi e quali no: chi poteva continuare a vivere, e chi doveva morire.

Raggiungiamo Rifugio Faito muovendoci in un bosco dagli alberi immensi, spogli di foglie, e i cui busti si ergono, nudi e sottili, verso il cielo.

Camminiamo in un santuario naturale, in cui possiamo celebrare, ad ogni passo, la magnificenza della natura e la magia del suo vivere nei secoli, del suo attraversare il tempo sopravvivendo alle storie e alle persone che quel tempo lo popolano.

È sabato, e noi lo onoriamo con la nostra presenza di spirito, con il nostro piacere di ritrovarci a condividere la natura, la fatica, la salita, le cadute, le emozioni che si liberano passo dopo passo.

È sabato, e noi proviamo piacere ad essere vivi, ad essere presenti, a stancarci per poi rifocillarci, a sorriderci a vicenda e a condividere vecchie storie e nuovi passi che ci fanno scoprire liberi.

5 commenti Aggiungi il tuo

  1. Alessandro Gianesini ha detto:

    È sempre un piacere fare il viaggio al fianco tuo e del gruppo, sentir storie nuove e vedere panorami a me ignoti 😊

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    1. ailuig91 ha detto:

      Ormai anche tu fai parte del gruppo😄

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      1. Alessandro Gianesini ha detto:

        Eh, ma senza la fatica di scarpinare… 😀

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      2. ailuig91 ha detto:

        senza il piacere di goderti la cima 😀

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      3. Alessandro Gianesini ha detto:

        Anche! 🙂

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